La Sindrome dell’Intestino Irritabile
Gonfiore ed alterazione della regolarità intestinale, meteorismo, sono solo alcuni dei sintomi che spesso vengono riportati dai pazienti che soffrono di intestino irritabile. Generalmente si verifica per “colpa” del nostro Microbiota intestinale, ovvero l’insieme di funghi, batteri e virus che colonizzano il nostro colon e che ci forniscono innumerevoli vantaggi come il rafforzamento del sistema immunitario, una migliore digestione ed assorbimento di nutrienti ed ovviamente una corretta regolarità intestinale.
Una sua modificazione, infatti scatenerebbe una serie di sintomi spiacevoli come la produzione di gas, la distensione addominale, il dolore e l’alterazione di periodi di diarrea alternati alla stitichezza.
Inoltre recentemente, è stato osservato come periodi di stress, stati di ansia generalizzati e depressione, possono essere dei complici nel peggiorare il quadro generale (in molti hanno segnalato gli ultimi 2 anni di pandemia come probabile causa), con la fascia d’età tra 35 ai 50 anni ad averne risentito maggiormente.
Sono in molti oramai a ritrovarsi in questo quadro generale e a cui è stata diagnosticata la sindrome, ma la scienza e un’alimentazione specifica ci permettono di affrontare la situazione e di riportare l’intestino al suo benessere naturale. Come? Con la dieta Low-FODMAP, una dietoterapia per le problematiche connesse al nostro intestino.
Cosa prevede la dieta Low-FODMAP?
Con L’acronimo FODMAP (Fermentable Oligo-, Di- and Mono- saccharides And Polyols, cioè mono- di- oligo- saccaridi e polioli fermentabili) si racchiudono dei piccoli carboidrati (Fruttosio, Fruttani, Lattosio, Galattani e Polioli) scarsamente assorbiti nel tratto dell’intestino tenue, che richiamano acqua nel colon e che sono altamente fermentati dalla flora intestinale con la produzione quindi di gas. In un soggetto sano, questi effetti non hanno alcun tipo di ripercussione sullo stato di benessere complessivo, ma come abbiamo visto, nei soggetti con la Sindrome dell’Intestino Irritabile purtroppo questo effetto diventa effettivamente invalidante.

È un’alimentazione davvero molto promettente nella risoluzione della sintomatologia, che va portata avanti con attenzione per un periodo di 6 settimane e prevede questa sequenza di fasi:
- Eliminazione
- Reinserimento
- Mantenimento
Nella fase di eliminazione si procede a limitare (non sempre eliminando completamente) gli alimenti contenenti questi FODMAP per 4-6 settimane, e si valuta il miglioramento dei sintomi. Successivamente, quando il nostro intestino sembra tornare ad una normalizzazione, si inizia a reintrodurre i cibi precedentemente eliminati, spesso con un alimento per volta: in questo modo riusciamo a scoprire quali cibi possono essere imputati come “dannosi” per il nostro intestino.
Quali vantaggi si possono trarre?
La scienza e la pratica clinica ci consentono di dare una risposta assolutamente positiva. Infatti, i pazienti riportano un miglioramento della funzionalità intestinale con una riduzione soprattutto del fastidioso gonfiore addominale dopo i pasti e del dolore addominale.
La spesa farmacologica più alta, in questi ultimi anni, sembra essere collegata proprio all’acquisto di farmaci da banco che “curano” il nostro intestino; attraverso questa alimentazione finalmente si potrebbe ridurre di molto l’utilizzo (a volte non necessario) di questi farmaci o integratori, portandoci ovviamente ad un miglioramento notevole della qualità di vita, risolvendo o comunque limitando l’effetto negativo di tutta la sintomatologia connessa a tale sindrome.
Trova diverse applicazioni anche negli sport di endurance, dove spesso gli atleti lamentano numerosi problemi di regolarità intestinale. Inoltre, non si può negare che potrebbe avere diversi vantaggi anche per tutti quei pazienti ai quali non è stata diagnosticata una patologia intestinale, ma soffrono di fastidiosi disturbi gastrointestinali con cause non ancora ben definite.
Come potete intuire, questa alimentazione può essere elaborata soltanto da professionisti della salute e consiglio vivamente di non affidarsi alle “diete fai da te” perché l’eliminazione di un alimento per troppo tempo e senza reale cognizione, potrebbe portare a delle carenze macro e micronutrizionali importanti, con delle conseguenze spiacevoli sullo stato di salute.
Inoltre, procedendo ad una graduale reintroduzione di determinati alimenti contenenti i FODMAP, guidata dalla tolleranza personale dell’individuo, si può ottenere una dietoterapia assolutamente personalizzata sul paziente, andando appunto a limitare l’utilizzo specifico degli alimenti che creano danni al suo intestino.
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